Stefano Tempesti non è solo il portiere dell’Ortigia. Stefano Tempesti è la pallanuoto, è uno dei giocatori più vincenti e più forti nella storia di questo sport. Un atleta che ha portato in alto questa disciplina, una leggenda, ma anche e soprattutto un uomo intelligente, che non parla mai a caso. Durante queste ultime settimane, anche il portiere biancoverde, come il resto della squadra, è rimasto in silenzio, lasciando al capitano e all’allenatore il compito di esprimere pubblicamente la posizione e lo stato d’animo del gruppo rispetto alla inspiegabile decisione della LEN di punire l’Ortigia con un 10-0 a tavolino. Un verdetto giunto nonostante l’evidente impossibilità per il club, per motivi di salute e di legge, di presentarsi a Palermo con almeno 7 giocatori, condizione imprescindibile per disputare regolarmente un match di pallanuoto. Mentre il massimo organismo europeo procede nel suo assordante silenzio rispetto al ricorso presentato dal club di via Paolo Caldarella, Stefano Tempesti, in una lunga intervista esclusiva sul nostro sito, prende la parola e dice la sua su questa surreale vicenda.
Stefano, da atleta che rappresenta non solo l’Ortigia, ma anche un pezzo di storia della pallanuoto, che opinione ti sei fatto su quanto è successo e sulla decisione assunta dalla LEN?
Ritengo che quello che è accaduto sia deprimente. Lo è anche il fatto che siamo qui a pensare che un ricorso debba essere accettato o meno. La verità è che non avrebbe dovuto esserci bisogno di alcun ricorso, perché una scelta logica e sensata, per il bene della pallanuoto e non per il bene dell’Ortigia, sarebbe stata quella di rimandare immediatamente l’evento e trovare un’altra data per recuperare una partita importante come questa.
Peraltro, considerato che, come sembra, i mondiali di nuoto e pallanuoto verranno rinviati, liberando i mesi di marzo e aprile, ci sarebbe tutto il tempo per recuperare la gara. Pensi che questa novità potrebbe influenzare il giudizio della LEN?
Non so se potrebbe, ma ritengo che dovrebbe influenzarlo, perché darebbe anche una maggiore serenità a questa decisione. Adesso c’è tutto il tempo di recuperare una semifinale a marzo, aprile o maggio. Visto che le fasi finali di Champions League sono a fine giugno, si potrebbero giocare semifinali e finali di Coppa Len nello stesso periodo. C’è tutto il tempo per creare uno spettacolo in un momento in cui, con l’avvicinarsi dell’estate, la pandemia sicuramente sarà meno intensa. Ci sarebbero tutte le premesse, perché l’obiettivo deve essere quello di promuovere la pallanuoto, non di fare un favore all’Ortigia o a qualcuno in particolare. Semplicemente si tratterebbe di favorire lo spettacolo di questo sport.
Coach Piccardo, la settimana scorsa, commentando il verdetto della LEN, ha detto che, in base allo stesso principio utilizzato per decretare la sconfitta a tavolino, all’Ortigia due anni fa avrebbero dovuto assegnare la vittoria della Coppa, in quanto unica finalista qualificata.
Sì, anche questo è un ragionamento che non fa una piega, perché se ci basiamo sulle stesse logiche e regole, allora noi avremmo dovuto vincere la coppa. Anche se nessuno di noi l’avrebbe voluta, nessuno di noi avrebbe accettato di vincere così, a tavolino, però, ragionando come fa la LEN, tuttavia questa ipotesi avrebbe avuto una razionalità. Ad ogni modo, non ci dovrebbe essere nemmeno il tempo per occuparsi di questo tipo di situazioni, perché bisognerebbe pensare solo al bene della pallanuoto, che è altra cosa.
Vista la tua lunghissima esperienza, perché la LEN ha preso questa decisione senza nemmeno confrontarsi e senza tener conto dell’oggettiva impossibilità dell’Ortigia di disputare il match?
Penso che abbiano avuto paura di creare un precedente al quale le altre squadre poi si possano attaccare per motivi diversi. Hanno avuto paura dei furbetti, di chi, per via di infortuni o situazioni di disagio, potrebbe utilizzare questa decisione per ottenere un rinvio. Ma questo non ha senso, perché se basiamo le nostre regole su quello che potrebbe succedere a seguito della disonestà di qualcuno, allora non ci evolveremo mai. Se ragionassimo così saremmo ancora a giocare in sei e con la palla di cuoio e le partite con due tempi da 20 minuti. La bravura del legislatore è quella di trovare un modo per cui, chi vuole approfittarsi in maniera disonesta di una determinata regola, venga punito ancora più severamente. Chi rispetta le regole va tutelato, non va penalizzato per colpa di chi non le rispetta. Non è che non usciamo di casa perché c’è qualcuno che può passare col rosso. Bisogna semplicemente penalizzare chi passa col rosso.
Anche perché comunque il regolamento parla anche di cause di forza maggiore da tenere in considerazione…
Appunto. Se c’è un terremoto, allora che cosa fai? Ci dai pure il 10 a 0 a tavolino? Se si verifica un evento che prescinde dalla nostra volontà, va analizzato e poi ci deve essere una struttura che riesca a trovare un’alternativa che non penalizzi chi lo ha subito.
Se la giuria d’appello della LEN dovesse rigettare il ricorso e confermare il 10-0 a tavolino, quale dovrebbe essere la reazione dell’Ortigia?
Chiederei un colloquio diretto con chi ha preso questa decisione. Secondo me, chi si assume la responsabilità di disprezzare il nostro lavoro deve essere anche in grado di metterci la faccia, di venire da noi e spiegare il perché di un verdetto simile. Non potrebbero limitarsi a dire no, ci vuole una spiegazione da parte del legislatore che dica: “Abbiamo preso questa decisione per questi motivi, il vostro lavoro viene disprezzato per questi motivi”. Anche perché ciò ci permetterebbe di fare chiarezza nei rapporti con la società Telimar, dal momento che c’è stata anche una sorta di scaricabarile delle responsabilità in tutta questa storia. E poiché nessuno vuole accusare ingiustamente nessuno, chi di dovere ha l’obbligo di venirci a dire come sono andate le cose, quali sono state le scelte fatte nel momento in cui c’era da decidere sul nostro futuro. Soprattutto ci dicano se era stata data un’alternativa al Telimar nel decidere ciò che poteva accadere. Quindi, per prima cosa, si fa chiarezza con i cugini siciliani, e per seconda cosa, chi si assume la responsabilità di questa scelta, visto che sta disprezzando il nostro lavoro, ci mette perlomeno la faccia.
Quando parli di chiarezza rispetto alla posizione del Telimar, cosa intendi di preciso?
Vogliamo capire se ai nostri avversari è stata data la possibilità di rinviare la partita oppure se erano completamente impossibilitati a farlo. Questo è fondamentale sul piano dei rapporti con loro, visto che sono usciti anche comunicati che hanno espresso solidarietà alla nostra società. Va spiegato e verificato tutto, per sgomberare il campo dalle ambiguità. Perché se la società palermitana aveva le mani legate, è un conto. Se invece dovessimo scoprire che ha avuto la possibilità di rinviare la partita, ma si è rifiutata di farlo per vincere 10-0, allora cambiano le cose e i rapporti. E anche la veridicità di certe dichiarazioni.
Per concludere, se la LEN dovesse confermare la sua decisione, con quale spirito affronterete la gara di ritorno?
Sicuramente non daremo alcuna soddisfazione a chi si è approfittato del nostro lavoro. Sono tanti i modi di mandare un segnale. Nel momento in cui questa situazione dovesse verificarsi, vedremo come affrontarla. Intanto attendiamo una risposta, magari sperando che chi prenderà una decisione lo faccia in modo trasparente e dando delle motivazioni chiare.