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Oggi pomeriggio riparte la stagione dell’Ortigia. Tra bilanci e futuro, parla coach Stefano Piccardo

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Dopo un’estate intensa, tra Olimpiadi e vicende clamorose come quella che ha riguardato la Pro Recco, la pallanuoto italiana torna a scaldare i muscoli in vista della nuova stagione ormai alle porte. Anche per l’Ortigia le vacanze sono finite ed è tempo di tornare in acqua: oggi pomeriggio, infatti, gli uomini di Piccardo si ritrovano per iniziare la fase di preparazione alla stagione 2024/2025. Agli ordini del tecnico ligure, fresco di rinnovo biennale, si ritroverà una squadra cambiata rispetto a quella dello scorso anno. Sono partiti Ferrero, Cupido, Andrea Condemi e Calabresi e sono arrivati Campopiano, Kalaitzis e Ruggiero. A loro si aggiungeranno alcuni giovani del vivaio, che hanno fatto esperienza tra serie A1 (vedi Marangolo, di ritorno dalla Nuoto Catania), Serie B e nazionali giovanili (su tutti Scordo, Sicali e Bordone), e che adesso ruoteranno attorno alla prima squadra. Un mix interessante di giocatori esperti e giovani che si raduneranno oggi per iniziare a lavorare in attesa del primo impegno stagionale, vale a dire il difficile turno preliminare di Champions League (Sabadell, 13-15 settembre).

Stefano Piccardo, per l’ottavo anno sulla panchina dell’Ortigia, parla a 360 gradi della stagione che sta per iniziare, partendo dalle ragioni che lo hanno spinto a rinnovare per altri due anni con il club biancoverde: “Vengo da un rapporto di 7 anni con l’Ortigia, periodo in cui abbiamo costruito un percorso con un gruppo di giovani. Gli ultimi 5 anni in particolare, siamo riusciti a portare avanti un progetto che avevamo studiato con la società e che sapevamo sarebbe andato a termine. Insieme abbiamo capito che bisognava rivitalizzarlo. Questo rinnovo con il club, pertanto, è essenzialmente figlio di un processo nato due anni fa, quando abbiamo iniziato la collaborazione con l’Ekipe Orizzonte, al fine di scovare altri giovani e dare nuova linfa alla prima squadra. Dentro di me pensavo che questo progetto non fosse ancora concluso e che avesse bisogno di continuità. Saranno gli ultimi due anni per me qui a Siracusa e voglio lasciare una struttura organizzata che possa essere utile al club anche in futuro”.

Se dovessi fare un bilancio di questi 7 anni passati all’Ortigia, sia a livello personale sia di squadra, come sarebbe?

Sicuramente, per la mia carriera sono stati 7 anni meravigliosi. E credo anche che siano stati il periodo migliore, per risultati e traguardi raggiunti, della storia del club. Quando sono arrivato a Siracusa, l’Ortigia si era appena salvata dalla retrocessione. In questi 7 anni, siamo arrivati due volte quarti, tre volte terzi e due volte quinti, inoltre da 6 anni partecipiamo consecutivamente alle coppe europee e una volta abbiamo disputato anche i gironi di Champions League. A livello giovanile abbiamo vinto due scudetti e un argento Under 20, un bronzo con la categoria Ragazzi, uno con gli Allievi, e poi vittorie con Under 14 e Under 12. Tutto questo va condiviso con tutto lo staff, da Volarevic a Sparta, da Dursi a Fazekas e tutti quelli che hanno lavorato con me. In più, abbiamo portato diversi giocatori nelle nazionali, cosa che non accadeva da tempo. Molti si focalizzano sulla Nazionale assoluta, ma noi quest’anno abbiamo dato anche 5 giocatori alle nazionali giovanili, tra europei e mondiali, e poi altri per i vari collegiali.

Quali sono i momenti che ti porti dentro e quali gli aspetti più importanti di questi 7 anni?

La soddisfazione più grande che ho è quella di aver guadagnato il rispetto di tutti i giocatori che ho allenato in questo periodo. Questa è la cosa che mi fa più piacere, perché è l’aspetto più importante per chi fa il mio mestiere. Sono contento, inoltre, di avere cambiato il modo di approcciarsi alla piscina e all’allenamento, mi inorgoglisce molto il fatto di aver portato qui una mentalità diversa. Riguardo ai momenti più significativi, che mi porterò dentro per sempre, sicuramente c’è l’abbraccio con l’ingegner Marotta dopo la vittoria contro il Mladost che valse la qualificazione ai gironi di Champions League. Poi, ricordo anche quando ho vinto la prima partita da allenatore dell’Ortigia contro il Posillipo. Tra i momenti da ricordare, però, ci metto anche quelli negativi, come quando ci hanno tolto una semifinale europea, a Catania, per un errore della giuria sui secondi, o quando per il Covid ci hanno impedito di disputare un’altra semifinale europea. Così come non dimentico la finale di Euro Cup che non abbiamo potuto giocare per via dello scoppio della pandemia. Anche queste cose negative hanno fatto parte del mio percorso e mi hanno aiutato a crescere e migliorare.

Hai parlato di giovani e di progetto, sottolineando come questo sia stato uno degli elementi decisivi della tua scelta di rinnovare. Quali sono gli obiettivi per i prossimi due anni e quali giocatori, a tuo avviso, possono avvicinarsi in futuro al palcoscenico della Serie A1?

Il nostro settore giovanile è molto florido, quest’anno per la Serie A1 abbiamo costruito una rosa di 12 giocatori adulti e 6 giovani che si aggregheranno alla prima squadra. Come ho detto prima, il progetto parte da lontano. Abbiamo un’ottima generazione che va dal 2008 al 2010, abbiamo dei ragazzi che secondo me potranno far bene in futuro. Ci sono giovani interessanti come Polizzi, Sicali, Bordone, Monaco, e poi altri che quest’anno dovranno iniziare a dare una mano importante in prima squadra, come Scordo e Marangolo, e altri ancora che possono cercare di crescere per ambire a restare nel gruppo dell’A1. Non dimentichiamo anche che abbiamo due ragazzi in prestito in A1 e in A2, come Tringali e Capodieci, che potranno crescere ulteriormente. Inoltre, grazie al lavoro fatto in questi anni da Peppe Sparta, abbiamo delle ottime leve che avanzano, L’obiettivo è cercare di proporre un buon numero di giocatori locali, che abbiano determinate caratteristiche fisiche e di comportamento e possano essere d’esempio per quelli che arrivano. Un po’ come i nostri Napolitano e Di Luciano.

Parlando di prima squadra, quali sono le aspettative e gli obiettivi per la stagione che sta per cominciare?

La squadra è profondamente rinnovata. Dal punto di vista tecnico, sulla carta ci potrebbe mancare forse un difensore, ma l’idea di base deve essere diversa. Abbiamo fatto dei cambiamenti, abbiamo salutato anche dei giocatori che erano con noi da molti anni, abbiamo davanti una strada completamente differente, per quel che riguarda la costruzione del gioco e della squadra. I primi tempi, sicuramente, non saranno facili, ci sarà da lavorare tanto e da capire bene come adattare le caratteristiche dei giocatori al tipo di gioco che possa essere più produttivo per noi. Sicuramente, l’obiettivo è quello di andare avanti il più possibile in Europa, mentre in campionato direi che bisogna fare un passo alla volta, perché sarà molto difficile e credo che già confermarsi nelle prime sei sarebbe qualcosa di molto importante.

Un campionato atteso, visto quello che è accaduto a Recco, ma che, alla fine, tutto sommato non sembra aver stravolto troppo le cose…

Il terremoto Recco alla fine ha avuto una portata ridotta. Qualcuno pensava che il campionato potesse avere altri protagonisti e invece, allo stato attuale, le cose rimangono uguali, con i recchelini che vinceranno a mani basse anche l’anno prossimo. Oltre al Recco, vedo bene il Savona, che secondo me è la squadra più attrezzata, e poi Brescia e Trieste, che ha operato molto bene e ha un nuovo allenatore che darà una spinta ulteriore. Sono convinto che anche il Posillipo farà molto bene e poi ci sono Telimar, Bologna, Quinto. Non dimentichiamo che il Quinto ha preso Matteo Aicardi, uno dei centroboa italiani più forti della storia di questo sport. A mio avviso, sarà un campionato con 7-8 squadre forti. Togliendo le prime due o tre, che hanno qualcosa in più, per le altre sarà un torneo molto livellato. Credo che sarà fondamentale essere concentrati in ogni partita, ma per quel che concerne il risultato finale temo che non cambierà molto.

C’è qualcosa che vuoi dire ai tifosi o agli addetti ai lavori, in vista di questa nuova stagione?

Una cosa la voglio dire, al di là del mio ruolo di allenatore. A volte ho l’impressione che non ci si accorga della qualità dei risultati, del livello al quale si è arrivati. Quello che dà più fastidio sono certi atteggiamenti da parte della gente, che spesso non  rendono merito al lavoro che si è fatto, alla quantità di ragazzi che in questi anni si sono affacciati alla Serie A1, all’A2 o alla B. La produzione di risultati sportivi, le vittorie…a volte credo che non ci si renda conto pienamente di quello che è stato fatto. Ma questa è solo una mia impressione.